mercoledì 15 febbraio 2017

LE INFEZIONI URINARIE: LA CISTITE



Durante i colloqui con le mie pazienti mi ritrovo spesso ad affrontare il problema della cistite con tutte le conseguenze che questa fastidiosissima infezione porta soprattutto nella quotidianità dell’universo femminile. E’ bene descrivere in breve di cosa si tratta.

Le infezioni urinarie (IVU) sono considerate le più frequenti infezioni a livello mondiale provocate prevalentemente da batteri. La prevalenza varia con il sesso, l’età e la presenza di fattori predisponenti.

La cistite è una delle infezioni delle vie urinarie (IVU) non complicate più diffuse che si manifesta con la comparsa di processi flogistici a carico dell’apparato urinario sia maschile che femminile, in soggetti altrimenti sani. Si manifesta prevalentemente nelle donne in presenza di due condizioni fisiologiche speciali: la gravidanza e la menopausa.

DONNA. In gravidanza a causa sia di un aumento degli estrogeni che di una modificazione conformazionale dell’utero. Nella donna in età fertile, la flora vaginale contiene molti lactobacilli che sono responsabili del basso pH vaginale. Questi tendono ad essere meno abbondanti nella menopausa. Si suppone, infatti, che gli estrogeni esercitino una funzione protettiva contro le IVU ricorrenti, perché stimolano la crescita dei lactobacilli e quindi il calo del pH vaginale, impedendo l’adesione ed il successivo sviluppo di batteri.

UOMO: La comparsa di cistite può avvenire dopo i sessant’anni per l’ingrossamento della prostata che rende più difficile lo svuotamento completo della vescica e favorisce il ristagno di urina al suo interno.

In un adulto sano a livello della vescica è fisiologicamente presente un microbioma urinario costituito da numerosi microrganismi (batteri e miceti) che vivono in relazione simbiontica con l’organismo ospite ma che in presenza di alterazioni dell’ambiente fisiologico possono diventare patogeni e portare all’instaurarsi di uno stato infiammatorio a livello dell’apparato urinario.

I patogeni maggiormente responsabili delle IVU non complicate sono Escherichia coli nel 70-95% ed occasionalmente altri patogeni come Staphylococcus saprophyticus (5-10%), altri enterobatteri e raramente Proteus mirabilis e Klebsiella spp. Recenti studi hanno posto in evidenza un aumento della prevalenza delle IVU del basso apparato urinario causate da Enterococcus faecalis.

I ceppi uropatogeni dispongono di diversi fattori di virulenza per poter colonizzare il tratto urogenitale (tossine, adesine, fimbrie, biofilm). In particolar modo Escherichia coli, che alberga nella popolazione microbica normale intestinale, può colonizzare le vie urinarie grazie alla mobilità conferitagli dalla presenza di flagelli e di fimbrie che gli permettono l’adesione a recettori specifici presenti sulle membrane delle cellule uroepiteliali.

Naturalmente la terapia d’attacco dell’infezione prevede la somministrazione di FARMACI ANTIBIOTICI ma un contributo può essere fornito anche da MODIFICAZIONI OLTRE CHE DELLO STILE DI VITA ANCHE DELL’ALIMENTAZIONE. Spesso accade che inconsapevolmente si introducano nella quotidianità dei cibi che nel soggetto predisposto ad infezioni ricorrenti alle vie urinarie possono esacerbarne la sintomatologia.

A tal proposito ho trovato molto interessante una review del 2012 dove viene messo in evidenza il ruolo che l’alimentazione può avere nel sostenere la sintomatologia in caso di cistite e nel riuscire al attenuarla. Di seguito Vi riporto una tabella tratta da tale lavoro dove vengono elencati sia i cibi che tendono ad esacerbare i sintomi della cistite che quelli che tendono a migliorarne la sintomatologia.


CIBO/BEVANDE CHE ESACERBANO I SINTOMI


CIBO/BEVANDE CHE MIGLIORANO I SINTOMI

CAFFE’
CAFFE’ (decaffeinato)
THE’
BEVANDE GASSATE
BIRRA
VINO ROSSO
VINO BIANCO
CHAMPAGNE
UVA
LIMONE
ARANCIA
ANANAS
SUCCHI (arancia, ananas, uva, mirtillo rosso)
POMODORO
PEPERONCINO
CIBO PICCANTE
RAFANO
ACETO
GLUTAMMATO (brodi)
DOLCIFICANTI ARTIFICIALI
CIBO MESSICANO
CIBO INDIANO
CIBO THAILANDESE

ACQUA
LATTE
BANANA
MIRTILLO
MELONE
PERA
UVA PASSA
ANGURIA
BROCCOLI
CAVOLETTI DI BRUXELLES
CAVOLO
CAROTA
CAVOLFIORE
SEDANO
CETRIOLO
FUNGHI
PISELLI
RAVANELLI
ZUCCHINE
PATATA
PATATA DOLCE
POLLO
UOVA
TACCHINO
MANZO
MAIALE
AGNELLO
GAMBERETTI
TONNO
SALMONE
AVENA
RISO




Una dettagliata anamnesi generale correlata a quella alimentare, permetterà al nutrizionista di fare un’attenta valutazione, di concerto con il paziente, della correlazione tra sintomatologia ed ingestione di alcuni cibi in modo tale da riuscire a far mantenere un’ottimale apporto nutrizionale pur escludendo quegli alimenti che possono esacerbare la sintomatologia da cistite.



Fonti bibliografiche:

-          Kot B.,  Wicha J., et all - Virulence factors, bioflm-forming ability, and antimicrobial resistance of urinary Escherichia coli strains isolated from hospitalized patients - Turk J Med Sci (2016) 46: 1908-1914;

-          Siddiqui et al. - Alterations of microbiota in urine from women with interstitial cystitis - BMC Microbiology 2012, 12:205;

-          Justin I. Friedlander, et all - Review Article Diet and its role in interstitial cystitis/ bladder pain syndrome (IC/BPS) and comorbid conditions - B J U I N T E R N A T I O N A L © 2 0 1 2 | 1 0 9 , 1 5 8 4 – 1 5 9 1






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