Durante i colloqui con le mie pazienti mi ritrovo
spesso ad affrontare il problema della cistite con tutte le conseguenze che
questa fastidiosissima infezione porta soprattutto nella quotidianità dell’universo
femminile. E’ bene descrivere in breve di cosa si tratta.
Le infezioni urinarie (IVU) sono considerate le più
frequenti infezioni a livello mondiale provocate prevalentemente da batteri. La
prevalenza varia con il sesso, l’età e la presenza di fattori predisponenti.
La cistite è una delle infezioni delle vie urinarie
(IVU) non complicate più diffuse che si manifesta con la comparsa di processi
flogistici a carico dell’apparato urinario sia maschile che femminile, in
soggetti altrimenti sani. Si manifesta prevalentemente nelle donne in presenza
di due condizioni fisiologiche speciali: la gravidanza e la menopausa.
DONNA.
In gravidanza a causa sia di un aumento degli estrogeni che di una
modificazione conformazionale dell’utero. Nella donna in età fertile, la flora
vaginale contiene molti lactobacilli che sono responsabili del basso pH
vaginale. Questi tendono ad essere meno abbondanti nella menopausa. Si suppone,
infatti, che gli estrogeni esercitino una funzione protettiva contro le IVU
ricorrenti, perché stimolano la crescita dei lactobacilli e quindi il calo del
pH vaginale, impedendo l’adesione ed il successivo sviluppo di batteri.
UOMO:
La comparsa di cistite può avvenire dopo i sessant’anni per l’ingrossamento
della prostata che rende più difficile lo svuotamento completo della vescica e
favorisce il ristagno di urina al suo interno.
In un adulto sano a livello della
vescica è fisiologicamente presente un microbioma urinario costituito da
numerosi microrganismi (batteri e miceti) che vivono in relazione simbiontica
con l’organismo ospite ma che in presenza di alterazioni dell’ambiente fisiologico
possono diventare patogeni e portare all’instaurarsi di uno stato infiammatorio
a livello dell’apparato urinario.
I patogeni maggiormente responsabili delle IVU non
complicate sono Escherichia coli nel
70-95% ed occasionalmente altri patogeni come Staphylococcus saprophyticus (5-10%), altri enterobatteri e
raramente Proteus mirabilis e Klebsiella spp. Recenti studi hanno posto in
evidenza un aumento della prevalenza delle IVU del basso apparato urinario
causate da Enterococcus faecalis.
I ceppi uropatogeni dispongono di diversi fattori di
virulenza per poter colonizzare il tratto urogenitale (tossine, adesine,
fimbrie, biofilm). In particolar modo Escherichia
coli, che alberga nella popolazione microbica normale intestinale, può
colonizzare le vie urinarie grazie alla mobilità conferitagli dalla presenza di
flagelli e di fimbrie che gli permettono l’adesione a recettori specifici
presenti sulle membrane delle cellule uroepiteliali.
Naturalmente la terapia d’attacco dell’infezione
prevede la somministrazione di FARMACI ANTIBIOTICI ma un contributo può essere
fornito anche da MODIFICAZIONI OLTRE CHE DELLO STILE DI VITA ANCHE
DELL’ALIMENTAZIONE. Spesso accade che inconsapevolmente si introducano nella
quotidianità dei cibi che nel soggetto predisposto ad infezioni ricorrenti alle
vie urinarie possono esacerbarne la sintomatologia.
A tal proposito ho trovato molto interessante una review
del 2012 dove viene messo in evidenza il ruolo che l’alimentazione può avere
nel sostenere la sintomatologia in caso di cistite e nel riuscire al attenuarla.
Di seguito Vi riporto una tabella tratta da tale lavoro dove vengono elencati sia
i cibi che tendono ad esacerbare i sintomi della cistite che quelli che tendono
a migliorarne la sintomatologia.
CIBO/BEVANDE CHE ESACERBANO I SINTOMI
|
CIBO/BEVANDE CHE MIGLIORANO I SINTOMI
|
CAFFE’
CAFFE’
(decaffeinato)
THE’
BEVANDE
GASSATE
BIRRA
VINO
ROSSO
VINO
BIANCO
CHAMPAGNE
UVA
LIMONE
ARANCIA
ANANAS
SUCCHI
(arancia, ananas, uva, mirtillo rosso)
POMODORO
PEPERONCINO
CIBO
PICCANTE
RAFANO
ACETO
GLUTAMMATO
(brodi)
DOLCIFICANTI
ARTIFICIALI
CIBO
MESSICANO
CIBO
INDIANO
CIBO
THAILANDESE
|
ACQUA
LATTE
BANANA
MIRTILLO
MELONE
PERA
UVA
PASSA
ANGURIA
BROCCOLI
CAVOLETTI
DI BRUXELLES
CAVOLO
CAROTA
CAVOLFIORE
SEDANO
CETRIOLO
FUNGHI
PISELLI
RAVANELLI
ZUCCHINE
PATATA
PATATA
DOLCE
POLLO
UOVA
TACCHINO
MANZO
MAIALE
AGNELLO
GAMBERETTI
TONNO
SALMONE
AVENA
RISO
|
Una dettagliata anamnesi generale correlata a quella
alimentare, permetterà al nutrizionista di fare un’attenta valutazione, di
concerto con il paziente, della correlazione tra sintomatologia ed ingestione
di alcuni cibi in modo tale da riuscire a far mantenere un’ottimale apporto
nutrizionale pur escludendo quegli alimenti che possono esacerbare la
sintomatologia da cistite.
Fonti bibliografiche:
-
Kot B., Wicha J., et all - Virulence factors, bioflm-forming
ability, and antimicrobial resistance of urinary Escherichia coli strains isolated from hospitalized patients - Turk
J Med Sci (2016) 46: 1908-1914;
-
Siddiqui et al. -
Alterations of microbiota in urine from
women with interstitial cystitis - BMC Microbiology 2012, 12:205;
-
Justin I. Friedlander, et all - Review Article Diet
and its role in interstitial cystitis/ bladder pain syndrome (IC/BPS) and comorbid
conditions - B J U I N T E R N A T I O N A L © 2 0 1 2 | 1 0 9 , 1 5 8 4 –
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